venerdì 11 aprile 2014

Gli scopi degli schieramenti

Tutti gli anni Novanta e i primi anni del Duemila fino ad adesso, c'è stato un cambiamento radicale nei partiti, dove dalla caduta del comunismo in Unione Sovietica, ha visto sgretolarsi in un sol colpo la oramai storica politica della contrapposizioni ideologiche, con l'idea della vittoria del capitalismo occidentale.

Cosa ha comportato la fine di questa contrapposizione? In primo luogo ha portato ad un avvicinamento dei programmi elettorali, al punto che si fa fatica a distinguere cose è di “destra” o di “sinistra”, infatti da questo sono nati due schieramenti; il centro-destra e il centro-sinistra, ma questo ha visto anche una diminuzione della popolazione che va a votare, perché ha la sensazione che votare a destra o votare a sinistra non porti un effettivo cambiamento della situazione vigente.
Ma questo avvicinamento tra destra e sinistra ha portato ulteriori effetti, il primo è che c'è stato uno svuotamento di valori e ideali sia nella destra che nella sinistra, che ha portato alla drammatica mancanza di soluzioni ai problemi del bene comune, e di persone che siano in grado prendersi carico di questa situazione, nonostante negli ultimi anni, la “figura” politica di riferimento sia cambiata, infatti si è passato da avere il riferimento il “partito” ad avere come riferimento un “leader”.
Come vediamo adesso la differenza tra destra e sinistra? In un mondo globalizzato come questo, il concetto scritto sopra sta già cambiando, si può notare due tipologie di “attivisti politici” che tendono a pensare al bene comune, quelli che hanno vissuto i cambiamenti degli anni novanta e che continuano nonostante siano in una rilevante minoranza, a credere nei propri ideali, e ci sono attivisti politici che non hanno vissuto i cambiamenti degli anni novanta, ma hanno subito gli effetti delle politiche di questi anni, che si mettono in gioco, con la speranza di voler effettivamente cambiare le cose in maniera positiva.
Possiamo fare una divisione in grandi linee di quello che vuol dire essere di sinistra, e quello che vuol dire essere di destra, a mio parere, guardando sia la politica nazionale, che la politica locale , possiamo fare di seguenti differenze, anche se non sono differenze precise e delineate, che io definirei differenze “fluide” e dopo spiegherò il perché.
Io in questi anni ho visto gli schieramenti di destra/centro-destra come degli schieramenti che vogliono mantenere lo status quo, con una economia concentrata sulla valorizzazione del dio denaro, e sulla ricerca del potere quanto tale.
Invece gli schieramenti di sinistra/centro-sinistra in questi anni li ho visti sempre come quei schieramenti più sensibili ai problemi della cosa pubblica, e vicini ai problemi del campo sociale, culturalmente più elevati e livello filosofico, con lo scopo di creare una società più giusta e eguale.
Ma devo ammettere, che la sinistra italiana ha avuto uno svantaggio in questi anni, sopratutto all'inizio degli anni duemila, in cui si vedevano gli esponenti di sinistra, essere troppo “filosofi” arroccati troppo nei “salotti”, (mi vengono in mente gli esponenti dell'allora genoa social forum nel 2001), al punto tale che non venivano compresi dalla “classe operaia” cioè le persone che storicamente la sinistra rappresentava.
Le elezioni del 2008 spazzò via dal parlamento italiano tutti quei movimenti politici troppo piccoli sia di destra (mi viene in mente “La destra”) che di sinistra (mi vengono i mente i partiti che oggi formano “La Federazione della Sinistra”) per poter essere politicamente rivelanti, ma che ostacolavano la governabilità, allora mi ricordo si parlo di “uccisione della sinistra” , ma io non lo credo, perché credo che le piccole forze di sinistra siano in questi anni di lontananza dal parlamento stiano portando avanti in piccoli passi una ristrutturazione dei propri scopi e dei propri ideali.

Cosa intendo per differenze fluide? Oh ragazzi.. parliamoci chiaro.. il marcio c'è in tutti i partiti, e c'è del marcio nella Lega Nord, come c'è del marcio nel PD, e credo che tutti i tesserati che pensano al bene comune del proprio territorio devono combattere il marcio che c'è nel proprio partito, per poi passare a fare delle politiche serie per essere veramente al servizio del cittadino.

Mauro Manservigi

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