Tutti
gli anni Novanta e i primi anni del Duemila fino ad adesso, c'è
stato un cambiamento radicale nei partiti, dove dalla caduta del
comunismo in Unione Sovietica, ha visto sgretolarsi in un sol colpo
la oramai storica politica della contrapposizioni ideologiche, con
l'idea della vittoria del capitalismo occidentale.
Cosa
ha comportato la fine di questa contrapposizione? In primo luogo ha
portato ad un avvicinamento dei programmi elettorali, al punto che si
fa fatica a distinguere cose è di “destra” o di “sinistra”,
infatti da questo sono nati due schieramenti; il centro-destra e il
centro-sinistra, ma questo ha visto anche una diminuzione della
popolazione che va a votare, perché ha la sensazione che votare a
destra o votare a sinistra non porti un effettivo cambiamento della
situazione vigente.
Ma
questo avvicinamento tra destra e sinistra ha portato ulteriori
effetti, il primo è che c'è stato uno svuotamento di valori e
ideali sia nella destra che nella sinistra, che ha portato alla
drammatica mancanza di soluzioni ai problemi del bene comune, e di
persone che siano in grado prendersi carico di questa situazione,
nonostante negli ultimi anni, la “figura” politica di riferimento
sia cambiata, infatti si è passato da avere il riferimento il
“partito” ad avere come riferimento un “leader”.
Come
vediamo adesso la differenza tra destra e sinistra? In un mondo
globalizzato come questo, il concetto scritto sopra sta già
cambiando, si può notare due tipologie di “attivisti politici”
che tendono a pensare al bene comune, quelli che hanno vissuto i
cambiamenti degli anni novanta e che continuano nonostante siano in
una rilevante minoranza, a credere nei propri ideali, e ci sono
attivisti politici che non hanno vissuto i cambiamenti degli anni
novanta, ma hanno subito gli effetti delle politiche di questi anni,
che si mettono in gioco, con la speranza di voler effettivamente
cambiare le cose in maniera positiva.
Possiamo
fare una divisione in grandi linee di quello che vuol dire essere di
sinistra, e quello che vuol dire essere di destra, a mio parere,
guardando sia la politica nazionale, che la politica locale ,
possiamo fare di seguenti differenze, anche se non sono differenze
precise e delineate, che io definirei differenze “fluide” e dopo
spiegherò il perché.
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Invece
gli schieramenti di sinistra/centro-sinistra in questi anni li ho
visti sempre come quei schieramenti più sensibili ai problemi della
cosa pubblica, e vicini ai problemi del campo sociale, culturalmente
più elevati e livello filosofico, con lo scopo di creare una società
più giusta e eguale.
Ma
devo ammettere, che la sinistra italiana ha avuto uno svantaggio in
questi anni, sopratutto all'inizio degli anni duemila, in cui si
vedevano gli esponenti di sinistra, essere troppo “filosofi”
arroccati troppo nei “salotti”, (mi vengono in mente gli
esponenti dell'allora genoa social forum nel 2001), al punto tale che
non venivano compresi dalla “classe operaia” cioè le persone che
storicamente la sinistra rappresentava.
Le
elezioni del 2008 spazzò via dal parlamento italiano tutti quei
movimenti politici troppo piccoli sia di destra (mi viene in mente
“La destra”) che di sinistra (mi vengono i mente i partiti che
oggi formano “La Federazione della Sinistra”) per poter essere
politicamente rivelanti, ma che ostacolavano la governabilità,
allora mi ricordo si parlo di “uccisione della sinistra” , ma io
non lo credo, perché credo che le piccole forze di sinistra siano
in questi anni di lontananza dal parlamento stiano portando avanti in
piccoli passi una ristrutturazione dei propri scopi e dei propri
ideali.
Cosa
intendo per differenze fluide? Oh ragazzi.. parliamoci chiaro.. il
marcio c'è in tutti i partiti, e c'è del marcio nella Lega Nord,
come c'è del marcio nel PD, e credo che tutti i tesserati che
pensano al bene comune del proprio territorio devono combattere il
marcio che c'è nel proprio partito, per poi passare a fare delle
politiche serie per essere veramente al servizio del cittadino.
Mauro
Manservigi
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